martedì 29 maggio 2018

Alla scoperta degli angoli nascosti di Brissago (maggio-ottobre 2018)

Scarpe comode e curiosità, unica attrezzatura necessaria per partecipare a Gli angoli nascosti di Brissago, un’iniziativa ad ingresso gratuito resa possibile anche grazie al Progetto Parco nazionale del Locarnese, che trovo molto interessante, e che viene ripetuta anche quest’anno per i turisti e per chi abita nei dintorni e vuole conoscere meglio il proprio territorio.



Si tratta di passeggiate della durata di circa due ore e mezza il giovedì mattina o pomeriggio, alla scoperta di Brissago e delle sue Coste.
La Brissago delle strette viuzze, degli abitati medievali, dei palazzi settecenteschi e delle terrazze panoramiche mozzafiato.
La Brissago famosa dei grandi e maestosi oratori, e quella nascosta degli antichi affreschi che si celano nelle case private. La Brissago delle ricche famiglie notarili, dei famosi pittori e scrittori che l'hanno adottata e quella del giovane cameriere che, per sostituire un collega malato, partì e morì sul Titanic. Ogni giovedì nuovi tesori, nuove storie, nuovi personaggi, nuovi segreti raccontati da chi li conosce bene.



Visite guidate e gratuite ogni giovedì da fine maggio ad ottobre.
Programma alternativo in caso di pioggia.

Programma: 
Costa di Piodina (26.07. + 23.08.): Partenza del bus alle 10.00 dalla fermata Brissago Posta (o ritrovo in frazione alla fermata del bus Piodina Paese alle 10.10).
(31.05. + 28.06. + 20.09.): Partenza del bus alle 14.30 dalla fermata Brissago Posta (o ritrovo in frazione alla fermata del bus Piodina Paese alle 14.40).

Costa d'Incella (05.07. + 02.08. + 30.08.): Partenza del bus alle 08.45 dalla fermata Brissago Posta (o ritrovo alla fermata del bus Incella alle 08.50)
(07.06. + 27.09.): Partenza del bus alle 14.45 dalla fermata Brissago Posta (o ritrovo alla fermata del bus Incella alle 14.50).

Costa di Porta (12.07. + 09.08.): Partenza del bus alle 09.00 dalla fermata Brissago Posta (o ritrovo alla fermata Gadero alle 09.10).
(14.06. + 06.09. + 04.10.): Partenza del bus alle 15.00 dalla fermata Brissago Posta (o ritrovo alla fermata Gadero alle 15.10).

Centro paese (21.06. + 19.07. + 16.08. + 13.09. + 11.10.): Ritrovo alle 16.00 in piazza Municipio, Brissago.

Tempo di percorrenza: ca. 2 ore e mezza, nessuna iscrizione necessaria.
costo del bus fino alla frazione a carico del partecipante (i biglietti per la Linea 8 sono acquistabili dal conducente del minibus):
Adulti (oltre i 18 anni) CHF 2.00 a corsa
Ragazzi (oltre i 6 anni) e AVS CHF 1.00 a corsa.
Informazioni: Ascona-Locarno Turismo, tel. 0848 091 091, 

di Cristina Radi

martedì 22 maggio 2018

Lugano città aperta: Pride 2018 (28 maggio -3 giugno)

Una carrellata di eventi dal 28 maggio al 3 giugno 2018 nei giorni in cui si tiene il LGBT Pride di Lugano, il primo mai tenutosi nella Svizzera italiana: dal teatro alla musica, dalla danza ai dibattiti, dalla poesia allo sport passando per aperitivi, party e la tradizionale parata.



Eventi davvero variegati con l’obiettivo di coinvolgere, oltre la comunità LGBT, anche tutta la popolazione con una varietà di proposte culturali, di approfondimento e di festa aperti a tutti, per favorire la conoscenza delle tematiche LGBT e il rispetto reciproco.
La Settimana del Pride comincia lunedì 28 maggio al Teatro Foce con Geppetto e Geppetto di e con Tindaro Granata, lo spettacolo affronta il tema dell’omogenitorialità interrogandosi sul significato di famiglia e, senza la pretesa di arrivare a risposte definitive, sviscera i legami che tengono unite le famiglie, al di là della composizione.

Geppetto e Geppetto di e con Tindaro Granata,
lunedì 28 maggio, Teatro Foce

Martedì 29 maggio è la volta della danza con Dismisura - ovvero je n’ai pas d’autre choix allo Studio Foce. Antonio Montanile, coreografo e ballerino, esplora il concetto di “misura” e del suo superamento: una metafora della liberazione dalle imposizioni sociali. Entrambi gli spettacoli sono presentati in collaborazione con LuganoInScena.


Dismisura - ovvero je n’ai pas d’autre choix di e con Antonio Montanile
martedì 29 maggio, Studio Foce

Mercoledì 30 maggio allo Spazio 1b sarà inaugurata la mostra Eter(e)o, che interpreta il concetto di identità sessuale, attraverso varie forme artistiche raccolte con un concorso promosso dall’Associazione Spazio 1b. 
Lo stesso giorno al LUX Art House di Massagno, il film, in prima visione svizzera, Arianna di Carlo Lavagna, affronta il tema dell’intersessualità. Segue un dibattito.


la locandina del film Arianna di Carlo Lavagna
martedì 30 maggio, LUX Art House di Massagno

Giovedì 31 maggio nella suggestiva cornice della corte di Palazzo Civico riecheggeranno i versi di grandi poeti, che si sono lasciati ispirare da muse del loro stesso sesso: Poetry Pride, organizzata in collaborazione con il Festival POESTATE 2018 Lugano, vedrà inoltre la presenza di un ospite speciale.

Venerdì 1° giugno apre il Villaggio del Pride al Campo Marzio. Cuore della manifestazione è uno spazio all’aperto, dove gustare street food, assistere a concerti e spettacoli e incontrare le numerose associazioni e i volti che compongono il mondo LGBT. La serata sarà animata dalla DJ e produttrice olandese Marcelle / Another Nice Mess (evento offerto dall'associazione culturale Turba) e dalle note di OH MY GOD! There is pride in the air!, spettacolo realizzato dai giovani talenti ticinesi della Pop Music School di Paolo Meneguzzi, affiancati dalla band locale dei Music-All.

Sabato 2 giugno è la giornata della Parata LGBT Pride 2018 – Lugano, che partirà da Piazza Luini per raggiungere infine il Villaggio del Pride. La parata sarà seguita dai discorsi ufficiali, alla presenza del sindaco di Lugano Marco Borradori, di altre autorità locali e del Consigliere federale Ignazio Cassis.
Gran finale con le serata più elettrizzante del Pride che vedrà ospiti speciali del Villaggio del Pride, i Sinplus, seguiti da band e spettacoli di Drag Queen. Segue una notte di musica e divertimento: un grande party con DJ set del Pacha Ibiza On Tour, la leggendaria discoteca dell'isola spagnola, a seguire un after al Living Room, (per indicazioni sui biglietti)

Il Pride di Lugano comprende molti altri eventi, 
programma completo: pride2018.ch

Per ulteriori informazioni: +41 (0)91 923 17 17


di Cristina Radi

martedì 15 maggio 2018

In ogni opera, una storia da raccontare: il Remo, Fondazione Remo Rossi fino al 2 giugno

Trovo sempre interessante ed appassionato il lavoro di ricerca, che viene svolto alla Fondazione Remo Rossi di Locarno. Non essendo infatti più in vita nessuno dei parenti stretti del noto artista locarnese, le storiche dell’arte Diana Rizzi e Ilaria Filardi, che lavorano alla fondazione, devono svolgere per ogni esposizione un’accurata fase preliminare di ricerca e verifica. 
È il caso anche della mostra Il Remo: Lo scultore ritratto dagli amici artisti in corso fino al 2 giugno.

Ritratto di Remo Rossi, 1965, Terracotta policroma, di Ernesto Ornati

Dietro ogni opera c’è una storia da raccontare ed è per questo che la mostra, non va solo guardata ma anche ascoltata.
Dalle circa venti opere esposte trapela un Remo Rossi sociale, con una frequentazione assidua di un gruppo di amici artisti. Questo ci rivela un carattere sicuramente gioviale e appassionato di Rossi, ritratto dai suoi amici in pose anche divertenti e in momenti quotidiani o soprattutto al lavoro nel suo atelier, in Via Nessi.
Accoglie il visitatore come un padrone di casa sulla soglia della sua dimora, un busto policromo in terracotta di Rossi, opera del 1965 dell’artista italiano Ernesto Ornati. Il busto non ancora colorato faceva parte di una serie di ritratti che Ornati aveva dedicato anni prima a personalità dell’arte, ed era depositato da molti anni nel vecchio atelier di Rossi, ma ormai usurato dal tempo. La fondazione ha ripreso contatto con Ornati che si è offerto di sistemarlo, dipingendolo con la tecnica della policromia. Il risultato è documentato da un bel video della nipote dell’artista, che mentre lavora racconta anche le peculiarità della sua tecnica e anche la sua filosofia artistica, fatta di perizia e di attese pazienti.



Addirittura commovente la bella storia che accompagna i lavori di Renato Ovini, giovane artista allievo e collaboratore di Rossi, che scompare a soli 25 anni, artista già di pregio dal tratto pulito e netto. In mostra oltre ad un bel disegno di Remo a lavoro nel suo studio circondato dalle sue opere, anche un vasetto con la sagoma del maestro. Le opere di Ovini sono corredate da una lettera dai toni toccanti di suo padre Mario, che ringrazia Remo per aver saputo sostenere il talento e la passione del figlio, ormai perduto.


Vaso decorato con scene che ritraggono Remo Rossi a lavor, 1949, Terracotta smaltata,
 di Renato Ovini

La stretta amicizia e l’assidua frequentazione con Paul Erni è invece protagonista assoluta di un’intera teca contenente taccuini e disegni a pennarello, china e acquerello e appesi due disegni a carboncino. Paul era il fratello dell’affermato artista Hans Erni, ma evidentemente il talento era largamente diffuso in famiglia, perché pur non essendo noto, anche Paul denota una straordinaria perizia nel disegno e nella ritrattistica, che ci restituiscono non solo l’effige, ma anche il carattere del suo amico ticinese e delle sue opere. Un Remo Rossi assorto, rappresentato con la lunga sigaretta in bocca, il Brissago, dalla folta capigliatura in profili di felliniana memoria.


Ritratto di Remo Rossi di profilo, 1972, pennarello nero su carta, di Paul Erni
Troviamo poi disegni più giocosi come le divertenti caricature di Albert Lindi o i tratti veloci di Carlo Mazzi, che ritraggono il volto chinato di Remo, sicuramente intento al gioco delle carte, in una delle numerose e frequenti partite che si racconta disputassero i due.
Anche il dipinto a olio di Flavio Comolli merita un cenno di narrazione. Nell’archivio fotografico della Fondazione si trovava la foto di questo quadro, è stato contattato l’autore che ha raccontato di aver incrociato Rossi in un breve incontro pubblico e poi colpito dall’artista, averne voluto fare un ritratto con la sua opera Gli acrobati, avvalendosi di una fotografia.

Ritratto di Remo Rossi, 1983, olio su cartone, di Flavio Comolli
In mostra anche alcune straordinarie sculture bronzee di Rossi, per lo più accanto ai lavori dei suoi amici in cui sono ritratte e un paio di autoritratti.

Il Remo: Lo scultore ritratto dagli amici artisti
Fondazione Remo Rossi,
via Rusca 8 Locarno
La mostra è aperta fino al 2 giugno 2018
Orari: mercoledì, giovedì e sabato 9.00-11.30
venerdì 14.00-17.30
Aperture festive: 31 maggio (Corpus domini) : 09.00-11.30




sabato 12 maggio 2018

La Spada nella Rocca, al Castelgrande di Bellinzona (26 e 27 maggio 2018)

Una manifestazione sempre piacevole da frequentare soprattutto se si hanno dei bambini, la rievocazione medievale La Spada nella Rocca, giunta alla sua 20esima edizione, che si terrà al Castelgrande di Bellinzona, nel fine settimana del 26 e 27 maggio 2018. 
Qualche anno fa mi ricordo ci andai con tutta la famiglia, durante una parata, al tuonare dei cannoni mio figlio più piccolo addormentato nel passeggino non fece nemmeno un sussulto e io capii cosa vuol dire "non lo svegliano neanche le cannonate!"



La manifestazione è diventata ormai una ricorrenza fissa, molto importante per la città di Bellinzona che per questo ventesimo anniversario propone rappresentazioni con combattimenti e tornei di abilità, eseguita da cavalieri in sella ai loro cavalli sul prato esterno del castello. La manifestazione darà la possibilità di osservare la ricostruzione della vita e dell’organizzazione degli accampamenti, di come ci si vestiva, si mangiava, si costruivano armi e attrezzi di diverse epoche, che hanno caratterizzato la nostra storia. La corte interna del castello ospiterà un ricco mercato medioevale con ben 32 mercanti e artigiani, dove si potrà respirare gli odori magici del XII secolo.


Quasi 400 figuranti in abito provenienti dal Canton Ticino e da altri cantoni oltralpe, ma anche da Italia Germania; mercanti e artigiani, affiancati da 26 gruppi, rievocheranno momenti storici e di vita comune. Il sabato sera ci sarà nuovamente la possibilità di cenare con l’imperatore.
Quest’anno la domenica Rappresentazione storica dal titolo “Da un’epoca all’altra nel cantone Ticino” con i Celti, i Romani, l’Imperatore Federico Barbarossa, gli Sforza ed il passaggio del Generale Aleksander Suvorov.



Tre le novità per questa edizione:
In collaborazione con Banca stato e con Pick2go sarà presente uno stand dove sarà possibile vestirsi con abiti medievali e scattare una foto ricordo.

Pacchetti speciali ad hoc per l’evento sono disponibili in alcuni alberghi della città.

Per info: www.laspadanellarocca.ch
Email: info@laspadanellarocca.ch

di Cristina Radi



mercoledì 9 maggio 2018

Ravenna si fa Polis per la prima edizione del Festival, 17-20 maggio 2018

Dal 17 al 20 maggio 2018 la città di Ravenna si trasforma in un’antica città greca per accogliere la prima edizione di POLIS Teatro Festival, progetto di ErosAntEros, in collaborazione con il Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura, che ha come protagonista assoluta l’arte dell’attore-performer come fulcro ardente della relazione con lo spettatore, del teatro con la società.

POLIS 2018 Immagine di Gianluca Costantini


Un teatro inteso nel suo senso più ampio e accogliente, senza distinzioni tra generi e generazioni, all’insegna della contaminazione non soltanto dei linguaggi, ma anche dei pubblici, per riavvicinare quest’arte viva alla collettività. I luoghi scelti da POLIS per gli spettacoli sono il Teatro Alighieri e il Chiostro Grande della Biblioteca Classense. Lo storico teatro ottocentesco che riunisce la comunità per assistere insieme al grande evento e la dimensione raccolta del chiostro che favorisce il rapporto tra l’opera e lo spettatore e che fortemente incide sulla forma degli spettacoli ospitati. POLIS dissemina spettacoli, incontri ed esperienze partecipative, per offrire la possibilità di entrare in contatto con quelli che nella polis antica venivano chiamati i tecnici di Dioniso, ovvero coloro che attraverso l’arte teatrale, trasmessa per contagio da un dio, portavano i cittadini a condividere uno spazio e un tempo di riflessione sul presente.

L’edizione 2018 di POLIS ruota attorno a tre parole chiave: ATTORE, MUSICA, POESIA. Tre fuochi che ardono per riunire tutti gli spettacoli in programma e che pongono l’accento sulla parola poetica che si fa musica, che si diffonde nello spazio e che si trasmette per contagio agli spettatori. Musica, che detta il tempo e l’altitudine della parola, ponendo tra sé e quest’ultima il corpo-voce dell’attore e del musicista.

POLIS, fin dall’immagine che l’artista ravennate Gianluca Costantini ha creato per il festival di quest’anno, dove il teatro è al centro di una città celata dietro lo sguardo di una bambina, che invita l’altro a seguirla per riscoprire l’importanza dell’arte e della memoria, per ricostruire una comunità a partire dalle sue stesse macerie e proiettarsi verso il futuro.

La Ballata del carcere di Reading con Umberto Orsini e Giovanna Marini
Giovedì 17 maggio (ore 21.00) il Teatro Alighieri ospita due insuperabili maestri del mondo teatrale e musicale come Umberto Orsini e Giovanna Marini che, diretti da Elio De Capitani, inaugurano il festival con lo spettacolo LA BALLATA DEL CARCERE DI READING di Oscar Wilde. Secondo il regista lo spettacolo si presta a una messinscena in cui l'attrazione fisica si sublima in canto e il canto sublima la sofferenza in bellezza. Giovanna Marini ha scritto cinque ballate per lo spettacolo, componendo una musica che va dalla ballata irlandese fino a Schubert, passando per i Beatles. Umberto Orsini interpreta un Oscar Wilde teso a cogliere solo il lato artistico-estetico e la bellezza dei versi, che ben si fondono con la musica ostinata e precisa della Marini.

Giovanna Marini
Venerdì 18 maggio (ore 21.00), nella seconda giornata di festival, è la stessa compagnia ErosAntEros, negli spazi raccolti della Biblioteca Classense, Chiostro Grande, a dar voce all’urlo rivoluzionario dei poeti che hanno cantato l’Ottobre rosso, nello spettacolo 1917 CORE. Una lettura-concerto per trasmettere l’essenza dello spettacolo 1917, che ha debuttato alla scorsa edizione di Ravenna Festival, e restituire attraverso la propria ricerca sonora-vocale la sorpresa e la gioia per l’avvento di un tempo talmente nuovo da lasciare senza fiato. Tre sono gli elementi principali che compongono il lavoro: le parole dei poeti incarnate da Agata Tomsic, le musiche rielaborate da Davide Sacco e le animazioni video di Gianluca Sacco. Tre linguaggi diversi che dialogano tra loro per narrare l’utopia che è sembrata poter ribaltare il mondo.

1917 Core, compagnia Erosanteros - foto di Zani Casadio
Sabato 19 maggio (ore 21.00), sempre alla Biblioteca Classense, Chiostro Grande, la compagnia ravennate Teatro delle Albe, gruppo storico del teatro di ricerca è in scena con E' BAL, lavoro in cui la materialità impalpabile del dialetto romagnolo di Nevio Spadoni emerge dalle profondità del corpo di Roberto Magnani. Lo spettacolo, che racconta la storia di Ezia, donna emarginata di un paese della campagna romagnola vittima delle dicerie della gente, è partito proprio pensando alla voce della protagonista come a un suono metallico pieno di ruggine, portando alla creazione di tre strumenti, tutti di metallo, che assieme alla tromba di Simone Marzocchi musicano la storia e costituiscono gli elementi scenici.

E' bal, compagnia Teatro delle albe - foto Cesare Fabbri
Domenica 20 maggio (ore 17.00 - Biblioteca Classense, Sala Muratori) l’ultima giornata di festival è dedicata al rapporto tra teatro e comunità, che è al centro dell’incontro dal titolo TEATRO E POLIS. ASOCIALITÀ E NUOVE FORME DI SOCIALITÀ: IL CASO ODIN TEATRET a cura del professor Marco De Marinis dell’Università Bologna. Con Marco De Marinis ci si concentra sul lavoro della compagnia più longeva del mondo, l’Odin Teatret, raro esempio di ricerca verticale e coinvolgimento orizzontale della comunità. “Devi essere 'asociale' se vuoi creare l'esempio contrario alla socialità dell'ingiustizia. Devi essere 'asociale' se non vuoi accettare le regole del gioco in cui tu resterai perso e impigliato”. Così scriveva Eugenio Barba verso la fine degli anni Settanta. A quarant'anni di distanza, queste affermazioni non hanno perso nulla della loro attualità. Tanto più oggi che la città del teatro rischia di diventare una “fortezza vuota”, il richiamo del fondatore dell'Odin Teatret all'asocialità (quella del dissidente non dello scismatico), come condizione indispensabile da conquistare per restituire senso, identità ed anche efficacia alla azione teatrale, rimane imprescindibile.

A seguire alle ore 18.00 (Biblioteca Classense, Sala Muratori) la proiezione del film LA CONQUISTA DELLA DIFFERENZA di Odin Teatret Film & Odin Teatret Archives. Il film ripercorre la storia dell’Odin Teatret dal 1964 ad oggi, attraverso immagini che ritraggono differenti spettacoli, situazioni di training e baratti realizzati nel corso degli anni. Eugenio Barba riflette inoltre su cosa il teatro abbia significato per lui e sulla storia dell’Odin Teatret come gruppo di persone che hanno conquistato la propria differenza.

La polis avrà modo di partecipare anche attivamente. Tutte le sere, infatti, verrà chiesto agli spettatori di lasciare in forma anonima i propri commenti dopo la visione degli spettacoli. Inoltre entrambe le serate al chiostro saranno accompagnate da SPECTATOR di Marzia Bondoli Neilsen, atto fotografico partecipativo in due tempi, che consiste nel fissare in fotografia la traccia in-visibile che lo spettacolo lascia sui volti degli spettatori, ospitandoli all’interno del proprio set fotografico sia prima che dopo lo spettacolo. Entrambe le testimonianze confluiranno all’interno di PARTECI-POLIS, momento di condivisione e discussione collettiva previsto in chiusura del festival.

INFO
http://polisteatrofestival.org
http://erosanteros.org

di Rossella Gibellini

venerdì 4 maggio 2018

CAVA – spettacolo multidisciplinare alle Cave di marmo di Arzo

CAVA è lo spettacolo site specific creato alle Cave di marmo di Arzo (11, 12, 17, 18 e 19 maggio per 200 spettatori a replica), dove vive da un trentennio Gardi Hutter e dove sono nati e cresciuti Juri Cainero e la sorella Neda. Questo per Juri è un ritorno a casa, un importante lavoro creativo lo riporta alle radici con le conoscenze e le esperienze acquisite in un decennio di studi, di ricerca e di peregrinazioni nel mondo.

un'immagine dello spettacolo Cave
La scrittura e la creazione in situ è iniziata nella scorsa primavera. Juri con la sua compagnia crea musiche e suoni, scene teatrali, oniriche e immaginifiche, dialogando con la natura e con la storia, quella geologica e quella umana.
Per lui la cava è un morso alla montagna, un segreto mezzo svelato, quello che era sotto ora è sopra. I ricordi personali alle cave si sovrappongono alle storie delle generazioni che ci hanno lavorato e alla storia geologica, che gli scalpellini, senza saperlo, hanno reso visibile.


 Lo spettacolo si ispira alla relazione fra l’uomo e la pietra e si articola in un percorso a 360° con musica, immagini e movimento. È un progetto partecipativo che coinvolge diverse realtà culturali locali e internazionali.

Sono circa ottanta le persone in scena per duecento spettatori: oltre agli artisti della compagnia Onyrikon fondata da Juri Cainero, partecipa il coro Goccia di Voci diretto da Oskar Boldre, la Musica Aurora di Arzo diretta da Edy Ponti, una dozzina di giovani figuranti, un’attrice, un attore e una cantante, tutti abitanti in zona (Anna Kiskanç, Florian Bessler e Aurora Tomasoni).


Consulenza drammaturgica e direzione di scena con Daniele Bianco. Inoltre Andrea Bisconti, specialista in videografica e visual storytelling residente a Melano, si occupa di una creazione video ad hoc per lo spettacolo. Anche le voci di alcuni abitanti della montagna, che ricordano le storie degli scalpellini, risuoneranno lungo il percorso.

L’aspetto partecipativo non solo permette un impatto artistico unico e spettacolare, ma crea anche dei legami concreti e vissuti con il territorio, incuriosisce e rende omaggio alla popolazione.



Il contesto
Arzo, alle pendici del Monte San Giorgio (patrimonio UNESCO), è divenuto quartiere di Mendrisio dopo l’aggregazione di diversi anni fa.
Nell’antica storia, le numerose cave di marmo di Arzo erano un luogo dove molte famiglie lavoravano per diverse ore ogni giorno. Era un lavoro duro e faticoso, di estrema importanza per la comunità locale ma al contempo in grado di metterla in dialogo con la natura e con il mondo dell’arte e della fantasia.
Nel 2009 l’estrazione del marmo si è fermata, il Patriziato, che è proprietario del sedime, ha poi sviluppato l’idea di riqualificazione delle aree e il riuso degli stabili. Durante il 2016 e 2017 è sorto così un Anfiteatro nella grande ex-cava, un Antico laboratorio è diventato luogo espositivo della storia della lavorazione e delle genti, a breve sarà pronto un “Sentiero del marmo” che porta attraverso le diverse cave ancora visibili.

Nel giugno 2017 si è costituita l’associazione CAVAVIVA, il cui principale scopo è di ricreare alle cave il valore inclusivo sociale, culturale e artistico in chiave contemporanea, mettendo il sito riqualificato a disposizione di chi, ispirato dall’unicità del luogo, propone eventi culturali e attività didattiche, ricreative e di intrattenimento.

Contatti e informazioni:



prenotazione obbligatoria: massimo 200 spettatori per 5 serate*
*debutto 11 maggio già completo!

12, 17, 18 e 19 maggio posti ancora disponibili

(date di riserva in caso di meteo avversa)

di Cristina Radi