venerdì 30 settembre 2016

Festa delle castagne di Ascona (sabato 1 ottobre): un'idea per il weekend

Dopo alcune stagioni davvero magre per la raccolta delle castagne, a causa di un parassita molto aggressivo, il cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus), dall'anno scorso su modello dei Giapponesi, che avevano così risolto il problema, è stato introdotto in una vera e propria lotta biologica, l’insetto antagonista del killer dei castagni, il Torymus sinensis.

Il nostro piccolo eroe si mangia le larve deposte dal cinipide, impedendone la diffusione e permettendoci così quest'anno, di gustarci una delle delizie dell'autunno a prezzi speriamo umani.



Numerose sono le sagre della castagna in Ticino e anche in Italia.
Per comodità segnalo quella più vicina alla zona dove abito e dove forse andrò con la family, che è tutta molto ghiotta di castagne.

Sabato 1 ottobre dalle 10.00 e per tutto il giorno la Festa delle Castagne sul lungolago Motta di Ascona, con qualsiasi tempo.

Caldarroste in gran quantità e bancarelle del mercatino, che propongono prodotti a base di castagne, come marmellate, miele, torte e numerosi prodotti enogastronomici della regione.


Ci sarà anche la possibilità di pranzare sul luogo con polenta e gorgonzola o mortadella e nel pomeriggio vari concerti.

Sabato 8 ottobre 2016 sempre ad Ascona formula simile con la Sagra d'autunno.

Inoltre anche a Lugano in questo fine settimana dal 30 settembre al 2 ottobre c'è la Festa d'autunno, dedicata soprattutto ad uva e vino.

Maggiori info: Festa d'autunno di Lugano

di Cristina Radi

Leggi anche: Mercato delle zucche di Malvaglia

martedì 27 settembre 2016

Zucca a chi? Mercato delle zucche per gli amanti del genere (sabato 15 ottobre, Malvaglia)

Adoro la zucca e già lo scorso anno mi sarebbe piaciuto andare al Mercato delle zucche della Valle del Sole, perchè mi sembrava non fosse la solita sagra.



Quest'anno vorrei proprio riuscire a constatarlo e degustarlo di persona, infatti sabato 15 ottobre nel campo sportivo di Malvaglia in Val di Blenio ci sarà la seconda edizione, proponendo esposizione e degustazione di oltre 60 varietà di questo delizioso Cucurbitaceo, che si presta a ricette salate e anche dolci.
Qui tutte le indicazioni per raggiungere il posto:

Mercato delle zucche della Valle del Sole


di Cristina Radi

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lunedì 26 settembre 2016

Le donne come acqua nell'acqua: incontro con Silvia Vegetti Finzi

Sabato 24 settembre una gremita Sala Aragonite a Manno ha accolto con calore la psicologa italiana Silvia Vegetti Finzi, serata del ciclo "Esplorare il sogno", intervistata dal giornalista della RSI Giancarlo Dionisio.


La serata è stata molto piacevole ed interessante. Nel foyer della sala, mentre aspettavamo di entrare, ho cominciato a chiacchierare con una signora molto simpatica anche lei sola e dopo pochi minuti parlavamo io dei figli, lei dei nipoti essendo già nonna e di tutti i problemi che ci appesantiscono nella vita quotidiana. Dopo meno di mezz'ora dal palco Vegetti Finzi diceva che quando le donne si incontrano in pochi minuti si uniformano come l'acqua nell'acqua e anche se sono lontane di età, cultura, religione in pochissimo parlano dei figli, dei mariti, della loro vita... io e la mia nuova amica ci siamo guardate sorridendo, sembrava che parlasse proprio di noi. 
Ed è questo che più mi ha colpito della Vegetti Finzi, che seguo già da tempo attraverso alcuni suoi testi e soprattutto ne La stanza del dialogo della rivista Azione, dà sempre consigli molto concreti fatti del buon senso di una mamma o di una nonna, più che dettati dalla certezza dell'esperto.

Nell'incontro si è parlato più che altro del suo ultimo libro Una bambina senza
stella, affrontando temi che toccano tutti, come le risorse che hanno i bambini e più in generale gli esseri umani per poter affrontare situazioni anche penose. L'importanza di condividere e di parlare del proprio dolore, che altrimenti rimane solo un grumo opaco nocivo dentro di noi. Solo narrandolo, si può imparare a comprenderlo ed affrontarlo per superarlo. L'importante io credo sia trovare la persona giusta che ti ascolti nella maniera più positiva, senza giudicare.
Il fatto che per i bambini sono davvero importanti in fondo solo poche cose come sentirsi amati e avere un po' di attenzione, per crescere sani. Cose forse scontate, ma è sempre importante sentirsi ripetere questi pochi concetti basilari.

L'incontro si è concluso con un vero e proprio elogio della figura dell'insegnante, che può essere una figura alternativa e salvifica, se le figure che dovrebbero essere di riferimento per i bambini, vengono a mancare per assenza, disinteresse o incomprensione.
Ed infine Silvia ha letto questa nota poesia di Martha Medeiros

Lentamente muore

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità


Blog di Silvia Vegetti Finzisu Io donna

Leggi anche: Esplorare il sogno


mercoledì 21 settembre 2016

Giornata nazionale svizzera della mela - venerdì 23 settembre

Venerdì 23 settembre sarà la giornata nazionale della mela in Svizzera, per me è una giornata importante visto che i miei figli mangiano pochissima frutta e fra quella accuratamente selezionata da loro c'è per fortuna anche la comunissima mela.



Per celebrare l'occasione in stazione a Locarno-Muralto dalle 7 alle 13 saranno distribuite gratuitamente delle mele rigorosamente svizzere, dall'Associazione frutticoltori ticinesi in collaborazione con l'Associazione Svizzera frutta.

Anche la Coop celebra questa giornata, regalando una mela per ogni spesa effettuata presso i suoi punti vendita.
il banchetto delle mele alla stazione

di Cristina Radi



martedì 20 settembre 2016

Esplorare il sogno, una conferenza e uno spettacolo a Manno: Vegetti Finzi e Cainero in programma

Serata che si prospetta molto interessante sabato prossimo, 24 settembre (dalle ore 18.00) alla Sala Aragonite di Manno (Via ai Boschetti 10) dal titolo Esplorare il sogno.

Nella prima parte spazio alla voce più scientifica e afferente alla sfera della persona con l'intervento della nota psicologa Silvia Vegetti Finzi.

Dopo una cena a buffet, i partecipanti potranno poi assistere allo spettacolo dell'attore friulano, ticinese d'adozione, Ferruccio Cainero con uno spettacolo di teatro di narrazione dal titolo Cosmos.

Ferruccio Cainero
I biglietti a 35 fr per tutta la serata, cena compresa,

si possono prendere in prevendita qui:

Cancelleria comunale Manno

Libreria Il Segnalibro Lugano

Libreria Lo Stralisco Viganello

Silvia Vegetti Finzi

Oppure, se come me non siete della zona e non volete arrivare fino a Lugano Nord solo per acquistare il biglietto, chiedete che ve lo tengano prenotato, telefonando alla Cancelleria Comunale di Manno

Cancelleria comunale Manno tel. 091 611 10 00

o inviando una email a biblioteca@manno.ch 

di Cristina Radi


Leggi anche: L'arco di San Marco di Ferruccio Cainero

lunedì 19 settembre 2016

Corti incanto e Disfashion, weekend intenso per Locarno (17 e 18 settembre)

Abbiamo appena trascorso un bel fine settimana intenso qui a Locarno, da soddisfare davvero tutti i palati, grazie anche al tempo che è stato clemente.
Sabato scorso un folto gruppo di gente si è spostata per alcune delle più belle corti dei palazzi della città vecchia di Locarno, ad ascoltare le melodie dei gruppi de Le Corti in Canto, manifestazione a cura della giornalista culturale Cristina Foglia


La direttrice artistica Cristina Foglia

Apprezzo questa manifestazione in particolar modo, perché unisce diversi obbiettivi assolutamente non scontati. Si può ascoltare buona musica con proposte sempre diverse, che quest'anno spaziava da sonorità lontane come quelle dell'Est Europeo o del Nord Africa, alla tradizione popolare del Ticino, dalle note contemporanee a quelle più antiche;


il gruppo Nawar nella corte di Casa Reschigna

Nella presente edizione cinque formazioni, che ruotavano su otto luoghi: il gruppo ticinese Vos Da Locarno, Modulata Carmina che ha sempre in repertorio preziosi ascolti di musica antica, 


la danzatrice di flamenco del gruppo Jarava

il gruppo Jarava (in bulgaro "camminare sui carboni ardenti") con il percussionista ticinese Nicola Martinoni, che ha abbinato le sonorità dell'Est Europeo agli assoli di una danzatrice di flamenco;



il gruppo Jarava
con Nicola Martinoni a destra alle percussioni,
nel cortile della Biblioteca cantonale




il gruppo La Cantora con canti e polifonie del Sud delle Alpi, ed infine il gruppo Nawar con melodie e canzoni del Nord Africa antiche e moderne, berbere e sefartide.








L'altro aspetto positivo di Corti in canto è che in un pomeriggio si scoprono corti e cortili di luoghi a volte inaccessibili, oppure poco conosciuti. Infine è possibile muoversi fra i vari ascolti anche con i bambini, perché essendo luoghi all'aperto, possono giocare e intanto magari anche un po' ascoltare e stupirsi di strumenti non sempre comuni come liuti e tamburi di varie dimensioni.

E siccome non di sola cultura vive l'uomo e anche la donna!!
Domenica un'altra manifestazione molto seguita, anche da me naturalmente: 
la disfashion.
Le boutique e i negozi della città vecchia di Locarno mettono in bancarella le cose della stagione passata, svuotando i magazzini e dando la possibilità di fare davvero dei buoni affari. Ricorda un po' le fiere in occasione dei patroni di alcune delle città italiane, alcune delle quali seguivo assiduamente.
Anch'io naturalmente anche questa volta, mi sono portata a casa il mio bel bottino!!



Leggi anche: Le corti incanto 2016

giovedì 15 settembre 2016

Mamma, cosa posso leggere?: Fuori Fuoco di Carminati e Il bambino con il pigiama a righe di Boyne

Mamma, cosa posso leggere? La domanda che quasi ogni mamma vorrebbe sentirsi fare, quando raggiunta l’età preadolescenziale e dopo averli accompagnati per anni in biblioteca, comprato libri di cui abbiamo letto buone recensioni, chiesto consigli ad amici ed esperti, speri che ad un certo punto nasca in loro la voglia di leggere e leggere ancora, nonostante XBOX, PC, Youtube ecc.
Qualche volta questo miracolo accade e tu devi essere subito lì pronta con il libro giusto in mano.
Due sono i libri che vorrei consigliare per la fascia dalle medie in poi:

Fuori Fuoco, Premio Strega 2016 di Chiara Carminati


Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne, divenuto ormai un classico grazie anche all’uscita dell’omonimo film.



Entrambi romanzi storici ambientati durante la guerra, la Prima guerra mondiale per Fuori Fuoco, la Seconda per Il bambino con il pigiama a righe.

Entrambi si basano sulla stessa idea di fondo: riportare un punto di vista inusuale.
In Fuori fuoco la protagonista è Jole una ragazzina friulana di 13 anni, che con la sorellina più piccola Mafalda, è sbattuta in balia degli eventi a causa della guerra, costretta a separarsi dai genitori, alla ricerca di una nonna sconosciuta. Peculiarità di questo romanzo dalla prosa piana mai banale, adatta ad una lettura per ragazzi, sono le immagini descritte con dovizia di particolari, che si alternano al racconto ed in qualche modo ne costituiscono lo scheletro iconografico, che però sono così "fuori fuoco" da essere completamente lasciate all’immaginazione del lettore. L’operazione dapprima è senz’altro spiazzante, poi diventa divertente e in qualche modo rende attivo il lettore che si crea una sua storia fatta di immaginazione, al di là del testo.
L'operazione può essere anche una critica diversa alla guerra, che rende tutta la vita quotidiana dei più deboli, "fuori fuoco", senza riferimenti e soggetta a stravolgimenti assolutamente non voluti, subiti e sofferti.
Chiara Carminati 
Ne Il bambino con il pigiama a righe la trama narrativa si sviluppa attraverso i racconti e le riflessioni di Bruno, ragazzino berlinese di 9 anni, figlio di un papavero dell’esercito nazista. Uno sguardo insolito perché Bruno ha un punto di vista candido, troppo ingenuo per essere reale. Simbolo di tutti coloro che non hanno creduto all'orrore, finché non lo hanno visto con i propri occhi, non potendo immaginare dove può arrivare la crudeltà umana fatta sistema. Crudeltà perpetrata anche dai bravi padri di famiglia che al momento giusto hanno saputo vestire i panni dei peggiori aguzzini, pur di incarnare perfettamente il progetto che il "Furio" aveva per loro.
John Boyne 
Bruno è molto solo in questo libro pur essendo circondato da molte persone e non riesce a dare risposta alle sue domande; quelli a cui le pone sono tutti reticenti o incarnano il punto di vista dell’oppressione e non possono soddisfare il suo bisogno di capire cosa c’è al di là della rete. Solo un bambino come lui, suo alter ego ebreo, in maniera incosciente e innocente lo fa entrare in un orrore di cui Bruno non ha alcun sospetto e che fino alla fine non gli fa credere che quello che sta vivendo sia possibile.
Un’unica debolezza nella sua candida innocenza è testimoniata dal tradimento verso l’amico, che nega di conoscere quando viene nella cucina di casa sua, quasi presagendo che il conoscerlo avrebbe aperto per entrambi le porte dell’abisso e risvegliato lui dalla sua beata condizione di ragazzino privilegiato.
Un libro adatto ai ragazzi, anche se come tutti i libri e i film sulla Shoa non può che avere un finale che lascia senza respiro.

di Cristina Radi

L'India senza gli Indiani, la mostra di Stefania Beretta


È possibile raccontare un Paese, solo attraverso oggetti, muri, dettagli di vita quotidiana, senza mai puntare l'obbiettivo sui suoi abitanti?
La fotografa ticinese Stefania Beretta ci dimostra che non solo è possibile, ma che proprio l'assenza di soggetti umani riconoscibili, costringe ad andare oltre una narrativa esotica di volti, occhi, espressioni a cui siamo ormai tradizionalmente abituati.
La sua mostra personale Una segnaletica dell'essere, che racconta del suo rapporto trentennale con l'India, è al Museo d'arte moderna di Ascona fino al 9 ottobre, curata da Mara Folini, Viana Conti ed Ellen Maurer Zilioli.



L'impressione è di essere di fronte ad una fotografia pittorica, che ha come soggetti vere e proprie nature morte, in cui anche gli esseri viventi, fatti piedi, lembi di vestiti, sagome, diventano frammenti di un quadro più ampio di vita quotidiana.
Nelle varie sale si coglie profondamente il percorso di ricerca della fotografa, che sperimenta fra bianco e nero, colore, ricami di fili colorati.
Le foto della sezione Rooms sono le più antiche risalenti agli anni '80-'90, tutte in bianco e nero. Stanze di albergo di città differenti, Benares, Pune, Mumbai e di nuovo anche qui l'iconografia tradizionale non ci aiuta, niente fiumi sacri, templi, monumenti, ma solo letti sfatti e dettagli apparentemente inutili che appartengono ben di più alla quotidianità dell'India: un geco, la zanzariera, il ventilatore.



Il bianco e nero permette all'artista di studiare squarci di luce nel buio. Nature morte in primo piano alla Giorgio Morandi, attenzione allo studio della luce come troviamo in Edward Hopper, soffitti al centro della scena che ricordano inquadrature cinematografiche alla Orson Welles.
La figura umana solo una sagoma, dettaglio fra i dettagli di un ambiente senza vita.
Il colore invece è il protagonista della sezione Indian walls, in cui un albero abbarbicato su un muro è simbolo di una vita strenua, estrema ma pur sempre vita.


Fili si intrecciano su muri scrostati di vecchie vernici, muri parlanti che raccontano una storia senza parole, mostrando una stratificazione di colore, manifesti secondo la tecnica di Mimmo Rotella, che però qui è solo documentata dall'obbiettivo di Beretta, senza alcun intervento diretto.


La sezione più recente, risalente agli ultimi anni, è anche quella che mi è risultata più enigmatica. Anche qui l'artista si avvale del colore, ma ne fa un uso diverso, più estetico, ricercando immagini che restituiscano anche la bellezza dell'India.


Eppure l'estetica sembra voler andare oltre l'immagine, attraverso interventi personali con ricami colorati per rendere le foto uniche, ma quasi a volerle ornare ulteriormente: un albero scheletrico abbellito da fili d'argento, un fiore aggiunto in un giardino.



Si creano così due livelli di lettura di fronte allo spettatore, l'immagine originale e l'intervento che sovrapponendosi esce quasi in terza dimensione, due livelli in qualche modo distinti o fusi insieme a seconda di come si guarda il soggetto.

Coronano l'esposizione alcune particolari installazioni dal significato emblematico: sterco di mucca, una testa scolpita di una dea indiana e un sasso rotondo stretto tra corde su una sbilenca struttura in ferro, simbolo forse di un'India che in sé ha tutto, ma spinta da forze differenti, sembra così fragile eppure sempre così in equilibrio.

di Cristina Radi


mercoledì 14 settembre 2016

una gita a... Tutta la verità sul Ponte tibetano di Monte Carasso

Da diverse settimane mio marito insisteva per portarci tutti a vedere il famoso Ponte tibetano, sospeso sopra Monte Carasso, vicino a Bellinzona. Il ponte è lungo 270 m ed è posto ad una altezza di 130 m dal fondovalle.


Io ero un po' titubante perchè con l'età soffro un po' di vertigini, ma lui era così convinto che mi sono anch'io lasciata convincere.

Va bene si parte! Domenica pomeriggio con il pranzo ancora a metà digestione.


Arriviamo alla funivia di Monte Carasso e ci dicono che ci sono almeno 40 m di attesa per salire. Aspettiamo. Dopo una mezz'ora ci dicono che possiamo prendere anche un piccolo shuttle che sale nelle vicinanze della funivia, benissimo prendiamo il bussino.

Arrivati si scende e si comincia la camminata. Mio marito aveva letto che si trattava di una comoda passeggiata di circa mezz'ora- 40 m e con noi lungo la strada molte famiglie, che come noi avevano avuto informazioni di una tranquilla scampagnata.

Altrochè passeggiata! Credo di aver passato l'ora successiva o forse più a fare una camminata tutta in salita. Il sentiero devo dire molto ben curato, ma comunque non assolutamente adatto a famiglie con bambini al di sotto dei 6/7 anni o se la si vuole affrontare con bimbi piccoli bisogna attrezzarsi con zainetti per trasportare il bimbo.

San Giorgio uccide il drago 


Dopo circa 20 m di cammino però una piacevole sorpresa, la chiesa di San Bernard una costruzione romanica della fine dell'XI o all'inizio del XII secolo, tutta completamente affrescata.

A nostra disposizione una simpatica signora, guida incaricata dalla Municipalità di Monte Carasso, ci ha illustrato tempi e soggetti degli affreschi, tra diavoletti, santi e ultima cena con simboli davvero inusuali.
Una chiesa così bella e ben curata in un luogo così impervio? strano! e invece no.

Abside con altare in pietra dell'impianto originale della chiesa 
In tempi ormai remoti quando ancora nel fondovalle era tutta palude e il fiume Ticino straripava facilmente, le persone vivevano in un villaggio a queste altitudini e di conseguenza avevano investito nella loro chiesa principale.

Il santo a cui è dedicata è San Bernardo, molto importante in Svizzera e anche nella tradizione cristiana, ma insieme a lui una teoria di alcuni dei più importanti santi dell'agiografia, Santa Margherita, San Martino, San Sebastiano, Santa Liberata. La maggior parte degli affreschi sono del XV secolo attribuita alla bottega luganese di Cristoforo e Nicolao da Seregno.

A sinistra naufraghi salvati in mare: una scena molto attuale 

Madonna del latte 








di Cristina Radi

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giovedì 1 settembre 2016

Giornata del cinema biglietti a 5 fr, Domenica 4 settembre 2016

In Ticino purtroppo andare al cinema è veramente un lusso, gli adulti pagano il biglietto 15 fr e i ragazzi 13 o 10 fr, per cui da quando siamo qui, al cinema ci andiamo davvero poco.
In compenso a Locarno la Biblioteca cantonale ha una videoteca molto fornita e con 2 fr puoi noleggiare un dvd per una settimana, non hanno le novità ma trovi film usciti anche da pochi mesi.

Per andare al cinema quindi bisogna approfittare di occasioni come quella di domenica 4 settembre, Giornata del cinema con biglietti a 5 fr

In alcuni cinema come il Rialto di Muralto, ci sono proiezioni mattutine di film adesso in sala.
Noi andremo a vedere Il Drago invisibile, remake del Drago Elliot che mi ricordo ancora di aver visto quando ero bimba.


e Ghostbuster, sequel degli altri due episodi anche questi anni '80


di Cristina Radi

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